Audacity nega le accuse di spyware, ma gli utenti sono comunque stufi

Audacity nega le accuse di spyware, ma gli utenti sono comunque stufi
La società madre dell'editor audio Audacity ha negato che un recente aggiornamento della politica sulla privacy consenta l'utilizzo del programma come spyware. Secondo la nuova politica, Audacity raccoglierà informazioni come la versione del sistema operativo, il tipo di processore, i codici di errore e la posizione dell'utente. Il documento afferma inoltre che Muse Group, proprietario di Audacity, raccoglierà "i dati necessari per le forze dell'ordine, i contenziosi e le richieste delle forze dell'ordine". I cambiamenti hanno suscitato indignazione tra i membri della comunità, che credono che la nuova politica sulla privacy vada contro le filosofie e le ambizioni del movimento open source. Parlando alla BBC, Muse Group ha cercato di dissipare queste preoccupazioni e chiarire le ragioni dell’aggiornamento della politica. "Non sappiamo nulla dei nostri utenti", ha affermato Daniel Ray, direttore strategico di Muse Group. "Non vogliamo informazioni personali dagli utenti, non ci aiuta." Secondo Ray, le modifiche sono state progettate per consentire all'azienda di avvisare gli utenti sugli aggiornamenti pianificati di Audacity, che ora dovrebbero avvenire ogni poche settimane. "Se non puoi permetterti di informare gli utenti sugli aggiornamenti che potrebbero mancare, allora stai affidando all'utente l'onere di tenere il passo con il cambiamento", ha spiegato. Ray ha attribuito la confusione al fatto che la politica è stata "scritta da avvocati, per essere compresa dagli avvocati e non dalla persona media", anche se ciò sarà di conforto per gli utenti preoccupati per la privacy dei dati.

Polemica sull'audacia

Da quando Muse Group ha acquisito Audacity all'inizio di quest'anno, i rapporti tra l'azienda e la comunità open source sono diventati tesi. Innanzitutto, la società di software ha dovuto riconsiderare i suoi piani per introdurre un’opzione di raccolta dati di telemetria dopo la reazione negativa dei sostenitori. L'azienda ha attribuito l'incidente a un errore di comunicazione. Muse Group ha successivamente arruffato le piume con un nuovo Contributor License Agreement (CLA) per Audacity, che i collaboratori dovevano firmare se volevano continuare a lavorare sul progetto. Questo nuovo accordo prevedeva inoltre che a Muse Group sarebbero stati concessi diritti illimitati su tutti i contributi. Una parte significativa della comunità ha ritenuto che il nuovo CLA compromettesse i valori dell'ecosistema open source, costruito attorno ai concetti di trasparenza e collaborazione, consentendo a Muse Group di utilizzare il codice inviato dai contributori in altri progetti non open source. Nonostante le assicurazioni di Ray, sembra che il cambiamento della politica sulla privacy sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per molti. I membri della comunità hanno già creato fork di software audio, utilizzando il codice Audacity come spina dorsale. Come riportato da The Register, un progetto il cui nome non è stato ancora pubblicato dall'ingegnere dei cookie dell'utente GitHub sta effettivamente riportando Audacity a una versione precedente alle modifiche discusse. Il codice può essere compilato di più, in assenza di lucidatura dell'originale, non è ancora accessibile agli utenti non tecnici.