Meta affronta una causa per lo scandalo del tax sharing

Meta affronta una causa per lo scandalo del tax sharing

Meta è stata citata in giudizio per presunta violazione del diritto alla privacy degli utenti raccogliendo dati dagli utenti di popolari software fiscali di terze parti.

Il deposito si riferisce alle recenti accuse secondo cui strumenti software fiscali online come H&R Block, TaxAct e TaxSlayer hanno utilizzato il "Meta Pixel" dell'azienda, un pezzo di codice javascript, per inviare informazioni come nomi, indirizzi e-mail, informazioni sul reddito, dati sui prestiti agli studenti. e restituire gli importi a Meta.

Il colosso tecnologico lo avrebbe poi utilizzato per produrre annunci personalizzati e mirati basati sui dati di piattaforme come Facebook e Instagram.

La causa, intentata il 1° dicembre, riguarda gli utenti che utilizzano H&R Block.

Il deposito (si apre in una nuova scheda) afferma che anche se gli utenti "hanno espressamente rifiutato" di condividere i propri dati con Meta, la società li ha comunque raccolti.

Sebbene il deposito del querelante riconoscesse che Meta richiede alle aziende di avere il "diritto legale di raccogliere, utilizzare e condividere" i dati degli utenti, ha continuato affermando di aver violato questo, basandosi invece su "un sistema d'onore rotto che ha portato a ripetute e documentate violazioni delle promesse contrattuali proprie di Meta e delle leggi statali e federali."

Nonostante la presunta cattiva condotta da parte del colosso tecnologico, gli attuali utilizzatori del suddetto software fiscale non dovrebbero avere motivi di preoccupazione.

Secondo The Markup (si apre in una nuova scheda), tutte le piattaforme fiscali sopra menzionate hanno rimosso completamente Pixel o modificato le proprie impostazioni per non raccogliere ulteriori informazioni finanziarie dagli utenti.

È importante rilevare che gli stessi servizi fiscali non sono stati citati come convenuti nel deposito, che ha individuato tutte le presunte irregolarità da parte di Meta.

Meta non è certo estraneo alle controversie legali.

La società è stata colpita da una multa per la protezione dei dati di 265 milioni di euro dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati per aver affermato che la società non è riuscita a proteggere i dati personali di 500 milioni di utenti, portando il numero totale di multe dell'UE fino ad oggi a oltre 1000 miliardo di euro.