I dipendenti non smetteranno di usare app vietate al lavoro

I dipendenti non smetteranno di usare app vietate al lavoro

Sebbene sia risaputo che le app non verificate rappresentano un'enorme minaccia alla sicurezza per ogni azienda, alla maggior parte dei lavoratori non interessa.

Questo è secondo un nuovo rapporto della ingombrante piattaforma di sicurezza delle applicazioni Cerby.

Indagando su oltre 500 professionisti in Nord America e nel Regno Unito impiegati da grandi aziende, Cerby ha scoperto che il 92% di loro desidera il pieno controllo delle app che distribuisce per lavoro.

Perdita di fiducia

Più della metà (51%) continua a utilizzare il software per ufficio, le app per la produttività e gli strumenti di collaborazione preferiti, nonostante sia stato espressamente bandito dall'IT. Inoltre, il 52% vuole che l'IT "si tolga di mezzo".

“C'è un abisso tra la percezione del controllo organizzativo sulle tecnologie utilizzate per scopi aziendali e la realtà dei dipendenti che implementano le proprie applicazioni preferite. Le aziende ignorano questa tendenza a loro rischio e pericolo", ha affermato il co-fondatore e CEO di Cerby, Belsasar Lepe. "Comprendiamo tutti perché i datori di lavoro rifiutano determinate domande, ma questa non è una politica fattibile a lungo termine".

Altrove, Cerby ha scoperto che il 60% dei dipendenti e dei manager crede che bloccando un'app, il management stia effettivamente dimostrando che non si fidano davvero dei propri dipendenti. Di conseguenza, i dipendenti avrebbero un'opinione più bassa delle loro organizzazioni.

Inoltre, un quarto (25%) non vuole che i propri reparti IT o sicurezza abbiano l'ultima parola sulle app che utilizzano, mentre un quinto (19%) di coloro le cui app preferite sono state bloccate alla fine hanno ignorato la decisione e hanno continuato a usali, usali.

Secondo Cerby, i problemi sono iniziati con la pandemia. Sono stati quei primi giorni della pandemia, e il panico che ne è seguito, che ha consentito ai dipendenti di utilizzare le app che desideravano, purché avessero svolto il proprio lavoro.

Nei primi mesi della pandemia, la maggior parte delle aziende si è concentrata sulla continuità e sulla produttività, piuttosto che sulla sicurezza, sostiene Cerby. Questo sentimento ha ormai "preso piede" e, oggi, dipendenti e dirigenti sono riluttanti a rinunciare a questa ritrovata libertà.